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February 10, 2025Cross-Border
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Italy: La settimana nei mercati - 10 Febbraio 2025

Buongiorno Signore e Signori,

La settimana appena trascorsa si è contraddistinta per un clima globale di forte incertezza e volatilità, in cui i mercati valutari hanno risposto in modo reattivo a una serie di eventi macroeconomici e geopolitici. Le misure tariffarie annunciate dall’amministrazione Trump, con dazi del 25% su Messico e Canada e del 10% sulla Cina, hanno innescato movimenti bruschi, facendo oscillare il dollaro in risposta a retoriche aggressive e a successive manovre negoziali volte a posticipare o rivedere tali provvedimenti. A questo quadro si è aggiunta l’azione delle banche centrali, con la Bank of England che ha tagliato i tassi di riferimento di 25 punti base, fissandoli al 4,5%, e con dichiarazioni che hanno sottolineato la necessità di una politica prudente in vista di previsioni di crescita riviste al ribasso. Sebbene i mercati asiatici siano rimasti in parte inattivi a causa delle festività del Capodanno lunare, l’attenzione degli operatori si è concentrata sulle reazioni delle principali valute, le quali hanno subito oscillazioni rilevanti in un contesto in cui ogni nuovo dato o decisione rischia di ridefinire il panorama del rischio. Infatti, va segnalato un aumento della volatilità sui mercati dei cambi: la coppia euro/dollaro ha aperto la settimana in ribasso, intorno a 1.0200, per poi recuperare fino a quota 1.0450, mentre lo yen ha registrato una forte performance raggiungendo i massimi infraperiodo e toccando importanti livelli di supporto contro il dollaro americano, l’euro e la sterlina inglese.

Europa

Sul fronte europeo, le preoccupazioni si sono concentrate sui dati dell’inflazione e sulle prospettive di politica monetaria. I valori pubblicati – con un’inflazione headline attorno al 2,5% rispetto al 2,4% di dicembre e una componente core invariata al 2,7%, seppur leggermente superiore alle previsioni di mercato (2,6%) – hanno alimentato timori legati all’aumento dei costi energetici, mentre si è osservato un rallentamento degli aumenti dei prezzi sia nel settore dei servizi che in quello di cibo, alcol e tabacco. Sempre sul tema dell’inflazione, durante la settimana alcuni membri della BCE hanno rilasciato dichiarazioni; da sottolineare in particolare l’intervento di De Guindos, vice presidente della BCE, il quale ha dichiarato che l’inflazione si sta avvicinando all’obiettivo fissato, anche se nei prossimi mesi potrebbe salire a causa dei costi dell’energia.

Riguardo agli indici PMI, il settore manifatturiero europeo ha registrato dati stabili, mentre l’indice dei servizi è uscito marginalmente al ribasso rispetto alle aspettative e quello del settore manifatturiero è migliorato leggermente. Per quanto riguarda la Germania, il PMI manifatturiero si è rivelato più forte del previsto, pur rimanendo ben al di sotto della soglia di 50, spartiacque tra crescita e recessione. In Spagna, Italia e Francia il dato è risultato inferiore alle attese. A confermare l’incertezza, va evidenziato l’intervento di Philip Lane, capo economista della BCE, il quale ha sottolineato la necessità di un allineamento bilanciato della politica monetaria: una riduzione troppo lenta dei tassi potrebbe pesare sulla crescita della zona euro, mentre un’azione troppo repentina ritarderebbe il calo dell’inflazione.

Stati Uniti

Negli Stati Uniti il panorama economico ha offerto segnali contrastanti che hanno contribuito a rendere il dollaro un vero termometro di incertezza. Il settore manifatturiero ha mostrato i primi segnali di espansione, superando la soglia espansiva dopo 26 mesi consecutivi di contrazione, mentre il comparto dei servizi ha deluso le attese, accentuando il senso di cautela. Tuttavia, permane una fiducia nell’economia statunitense, superiore a quella riscontrata, ad esempio, in Europa. Il dato principale della settimana è rappresentato dai cosiddetti nonfarm payrolls, che nonostante a gennaio abbiano evidenziato un rallentamento nella creazione di nuovi posti di lavoro negli Stati Uniti, le revisioni dei dati relativi a novembre e dicembre hanno tuttavia messo in luce la continua solidità del mercato del lavoro, confermata anche dall’aumento dei salari medi. Parallelamente, il persistente dibattito sulle politiche commerciali – con l’imposizione e poi la sospensione parziale dei dazi – ha generato una forte volatilità del dollaro, il quale ha alternato fasi di rafforzamento e momenti di indebolimento, oscillando all’interno di un range compreso nel range 1,020 e 1,045.

Gli indicatori del mercato del lavoro, come i nonfarm payrolls e i dati relativi ai sussidi di disoccupazione in uscita questa settimana, insieme a un deficit commerciale in crescita e superiore alle aspettative degli analisti, continuano a essere attentamente monitorati dagli operatori, i quali interpretano ogni variazione come un potenziale segnale per future decisioni della FED e per l’evoluzione dei tassi di cambio. Infatti, come accennato durante la settimana dal presidente della FED di Chicago, Goolsbee, giovedì ha dichiarato che la FED è vicina al raggiungimento dei suoi obiettivi in materia di inflazione e occupazione, ma che, in seguito all’incertezza relativa alle tariffe commerciali della Casa Bianca, adotterà un atteggiamento attendista per un periodo più lungo rispetto a quanto inizialmente previsto.

Conclusioni

In sintesi, il clima globale dei mercati valutari rimane segnato da una profonda incertezza, in cui ogni nuova informazione – sia essa un dato economico, una decisione di politica monetaria o una mossa commerciale – può rapidamente ribaltare le attese degli operatori. L’interazione tra le misure tariffarie statunitensi e la debolezza economica in Europa crea un contesto dinamico, in cui la prudenza e la capacità di adattarsi a rapidi cambiamenti rappresentano elementi fondamentali per navigare con successo in un panorama in continua evoluzione. Questa settimana abbiamo in calendario il dato sull’inflazione e i dati sull’occupazione negli Stati Uniti, oltre agli indicatori sul PIL nell’Eurozona e nel Regno Unito.

Calendario Economico: