Italy: La settimana nei mercati - 17 Febbraio 2025
La settimana appena conclusa è stata caratterizzata da una marcata volatilità e incertezza.
il dollaro americano ha subito un progressivo indebolimento, con il cambio euro/dollaro che ha oscillato da un valore iniziale sotto 1.03 fino a superare 1.05, sulla scia delle dichiarazioni provenienti dalla Casa Bianca, che pur paventando l’introduzione di misure protezionistiche continuna però a posticiparne l’implementazione e prospetta una risoluzione del conflitto russo-ucraino.
Spostandoci in Asia, si segnala come lo yen giapponese abbia perso marginalmente terreno rispetto alle principali valute, con oscillazioni giornaliere significative. Il governatore della Banca del Giappone, Kazuo Ueda, ha espresso preoccupazioni riguardo all’incremento dei prezzi alimentari, fattore che potrebbe influenzare le aspettative inflazionistiche e, di conseguenza, la politica monetaria della BOJ. I prezzi all’ingrosso hanno raggiunto i massimi degli ultimi sette mesi, alimentando le attese di un ulteriore rialzo dei tassi, come evidenziato anche da un sondaggio del Japan Center for Economic Research e dalle previsioni del Fondo Monetario Internazionale. I rendimenti dei titoli di stato decennali hanno toccato livelli che non si vedevano da 14 anni, mentre l’economia giapponese è stimata crescere dell’1,1% quest’anno, sostenuta dalla crescita dei salari reali e da un consumo robusto.
STATI UNITI Negli Stati Uniti, il fulcro della settimana è stato rappresentato dalle dichiarazioni del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, durante l’audizione al Congresso. Powell ha ribadito l’assenza di urgenza nel modificare l’attuale politica monetaria, evidenziando la resilienza dell’economia statunitense, che, pur crescendo a un ritmo moderato, non manifesta segnali imminenti di recessione.
Il discorso ha toccato anche il tema delle tariffe: Powell ha, in maniera velata, precisato che la Fed non interviene in ambito tariffario, mentre forse in maniera provocatoria ha ribadito come il libero scambio continui a rappresentare un motore per una crescita più sostenuta nei paesi che evitano misure protezionistiche. Tali osservazioni si interpreterebbero infatti come una risposta indiretta alle pressioni espresse da Donald Trump, il quale ha difeso l’adozione di misure protezionistiche per riequilibrare la bilancia commerciale, sollevando al contempo interrogativi sull’indipendenza della Fed.
Sul fronte macroeconomico, i dati sull’inflazione di gennaio hanno mostrato un incremento moderato, mentre il mercato del lavoro ha continuato a evidenziare una solida creazione di posti di lavoro e un tasso di disoccupazione contenuto, seppur accompagnati da persistenti timori legati all’inflazione. A questi, si aggiungono i dati sulle vendite al dettaglio in calo e peggiori delle aspettative.
EUROPA In Europa, l’attenzione degli operatori di mercatoi si è in parte concentrata sul discorso di Christine Lagarde alla sessione plenaria del Parlamento europeo e sulla pubblicazione dei dati sul PIL. Come da attese la presidente della BCE ha delineato uno scenario di crescita modesta per il 2024, caratterizzato da una produzione manifatturiera in contrazione e da un settore dei servizi in espansione, sebbene la fiducia dei consumatori rimanga fragile.
Per quanto riguarda l’inflazione, attualmente attestatasi attorno al 2,5%, la BCE prevede un graduale ritorno al target del 2% nel corso del 2025, ribadendo un approccio “data-driven” senza preimpegni sui futuri interventi sul livelli dei tassi. Lagarde ha inoltre illustrato le priorità per rafforzare l’economia europea, puntando su un Mercato Unico più integrato, su un’Unione dei Mercati dei Capitali atta a canalizzare i risparmi verso gli investimenti privati e su un piano strategico di investimenti in infrastrutture, ricerca e tecnologie verdi. Tuttavia, le preoccupazioni si riflettono anche dalla mancanza di sorprese nel dato sul PIL, con una crescita annua inferiore all’1%, che continua a evidenziare le incertezze sul fronte della ripresa economica, rafforzando l’ipotesi di interventi espansionistici della BCE.
CONCLUSIONI Il panorama finanziario globale si presenta estremamente incerto, come dimostrano le oscillazioni nel mercato dei cambi. Negli Stati Uniti, i dati macroeconomici e le dichiarazioni di Powell trasmettono un sentimento cauto ma pur sempre ottimista, mentre il dibattito sulle tariffe e sulle misure protezionistiche continua a generare tensioni e la ripresa economica in Europa desta preoccupazioni.
Gli operatori restano in attesa dei prossimi sviluppi, consapevoli che ogni nuova dichiarazione o dato economico potrebbe ulteriormente rimodellare gli scenari globali.
Calendario Economico:
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