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January 27, 2025Cross-Border
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Italy: La settimana nei mercati - 27 Gennaio 2025

Buongiorno Signore e Signori,

La scorsa settimana ha visto vari eventi economici e politici di rielievo: in primis lunedì 20 gennaio l’insediamento di Donald Trump come Presidente degli Stati Uniti per il suo secondo mandato, ma anche il World Economic Forum di Davos, tenutosi tra il 20 ed il 24 gennaio, dove i leader globali hanno affrontato diverse temi di interesse ecomico. Abbiamo visto un’immediata reazione del Dollaro che nell’ultima settimana partendo in area 1,02 si è poi attestato a 1,05 in chiusura di settimana.

Nella giornata di giovedì, in un intervento online al World Economic Forum, Trump ha chiesto ai produttori di petrolio di abbassare i prezzi e sollecitato una riduzione immediata dei tassi di interesse da parte della FED, nonostante la Federal Reserve, che ricordiamo essere un organo indipendente, sarebbe già orientata a futuri tagli solo nella seconda parte del 2025. Questa incertezza ha portato forte volatilità sui principali mercati valutari, con un dollaro in discesa.

Continua a far riflettere l’incertezza economica in Europa: a gennaio, l'indice ZEW tedesco è sceso a 10,3 punti, deludendo le stime degli analisti che prevedevano un calo meno marcato. Migliorano invece le aspettative sulle condizioni attuali, salite a -90,4 punti, e l'indicatore della Zona Euro, che cresce a 18 punti, superando le previsioni. Leggero aumento della disoccupazione nel Regno Unito, che passa al 4,4%.

Spostandoci in Oriente, il focus era sulla decisione della Bank of Japan, che ha rialzato i tassi di riferimento di 25 bps, portandoli a 0,5%. Da notare che questo livello non si vedeva in Giappone da 17 anni e dai commenti dei governatori si potrebbe pensare che questo non sia l’ultimo rialzo. La decisione segna un cambiamento storico, dal momento che per la prima volta il Giappone si porterà fuori da decenni di tassi di interesse ultra-bassi. Sebbene l'aumento del tasso in sé fosse ampiamente previsto, il segnale più interessante è che l'economia giapponese, sostenuta da solidi profitti aziendali e dalla crescita salariale, sia abbastanza solida da avventurarsi in acque inesplorate.

Per questa settimana abbiamo in calendario le decisioni sui tassi di interesse per Canada, USA ed Europa, certamente seguite da vicino dagli operatori, ma anche dati su PIL e disoccupazione per UE e USA.

Europa

L'Europa è rimasta invece nell’ombra la scorsa settimana, con le stime flash dei PMI del settore dei serivizi e del settore manifatturieri hanno mostrano un lieve miglioramento mentre il settore trainante rimane quello dei servizi. La fiducia degli investitori tedeschi è scesa a gennaio, con l’indice ZEW che ha raggiunto 10,3 punti, sotto le attese. La seconda contrazione consecutiva dell’economia tedesca è causata dalla debole spesa delle famiglie e dalla domanda stagnante nel settore delle costruzioni. L’incertezza politica e le elezioni del 23 febbraio sono fattori che aggravano la situazione, con la ripresa economica al centro della campagna elettorale.

Il mercato si è concentrato sul World Economic Forum di Davos, in Svizzera. Risulta chiara l’intenzione dell’Europa di continuare a spingere per politiche rivolte a favore dell’ambiente. La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha risposto indirettamente martedì al ritiro degli Stati Uniti dall'Accordo di Parigi, affermando che "l'Accordo di Parigi continua a essere la migliore speranza per tutta l'umanità. L'Europa continuerà su questa strada, collaborando con tutte le nazioni che vogliono proteggere la natura e fermare il riscaldamento globale".

Tra i vari interventi anche quello della presidente Christine Lagarde che ha sottolineato come la Bce non sia in ritardo sul taglio dei tassi ma come stia seguendo un percorso regolare e graduale. Ha confermato, inoltre, come il ritmo sarà sempre determinato dai dati economici che man mano arriveranno e senza nessun percorso prestabilito.

Dopo che da giugno si sono effettuati quattro tagli dello 0,25%, il livello attuale dei tassi è al 3%. La lagarde ha voluto precisare come il livello adeguato sia compreso tra l’1,75% ed il 2,25%. Una forbice leggermente più stretta rispetto a quella indicata a dicembre ( 1,75% - 2,5% ).

Stati Uniti

Dal punto di vista macroeconomico, negli Stati Uniti l’attenzione si è concentrata sui dati aggiornati delle richieste di sussidi di disoccupazione, che hanno registrato un lieve aumento sia per le nuove richieste che per quelle accumulate. Inoltre, nella giornata di venerdì, sono stati pubblicati i PMI con valori al di sopra delle aspettative, ma il focus dei mercati è stato dominato dalle reazioni all’insediamento di Trump alla Casa Bianca. I mercati hanno reagito positivamente all’assenza dell’ufficialità di dazi su larga scala immediati, nonostante le minacce precedenti, con la promessa di un approccio “misurato”. Tuttavia, questa positività è stata parzialmente ridimensionata da una improvvisa dichiarazione che ventila un possibile annuncio di dazi del 25% su Messico e Canada il 1° febbraio.

L’amministrazione Trump evidenzia come i dazi rimangano una parte centrale della strategia politica, con un’ampia revisione dei rapporti commerciali statunitensi prevista entro il 1° aprile. Trump punta a riequilibrare i rapporti commerciali, aumentare le entrate tariffarie per finanziare i tagli fiscali e usare i dazi come strumento negoziale, rendendone l’imposizione probabile nel prossimo futuro.

Infine, nel suo intervento virtuale al World Economic Forum, Trump ha ribadito richieste già note, come la produzione di beni negli Stati Uniti per evitare dazi. Ha inoltre introdotto nuove dichiarazioni, come la richiesta a OPEC e Arabia Saudita di abbassare i prezzi del petrolio con l’obiettivo di ridurre l’inflazione e richiedendo alla FED un taglio dei tassi di interesse. Tuttavia, l’indipendenza della Federal Reserve rende improbabile che tali richieste abbiano effetti diretti.

Conclusione

La situazione economica globale, in particolare l'incertezza derivante dalle politiche di Trump e dalle recenti decisioni delle banche centrali, continua a influenzare i mercati. In Europa, la Germania continua ad affrontare una contrazione economica, mentre il panorama politico rimane agitato dalle imminenti elezioni. La Commissione Europea, intanto, ribadisce l'importanza dell'Accordo di Parigi sul clima. Negli Stati Uniti, l’insediamento di Trump ha generato volatilità, con l’introduzione di misure economiche controverse e un possibile annuncio di nuovi dazi. Questa settimana vedrà due eventi significativi: mercoledì 29 gennaio, la prima riunione dell'anno della Federal Reserve per discutere la decisione sui tassi di interesse, seguita nella giornata di giovedí dalla riunione della BCE, sempre per la decisione sui tassi. Entrambe le riunioni saranno cruciali per comprendere le relative politiche economiche e l’impatto sulle economie globali.

Calendario Economico: