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March 31, 2025Cross-Border
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Italy: La settimana nei mercati - 31 Marzo 2025

Il primo trimestre del 2025 si chiude con un clima di forte incertezza, in un contesto dove la geopolitica, la politica commerciale e i segnali macro divergenti continuano a dominare la scena. Il mercato valutario è stato il barometro principale di questa instabilità, riflettendo in pieno le tensioni tra Washington, Bruxelles e Pechino, oltre all’incertezza legata ai conflitti in corso in Ucraina e in Medio Oriente.

Il Dollar Index, che misura la forza del dollaro contro il paniere delle principali valute, ha mostrato un andamento altalenante. Dopo aver toccato area 110 a inizio anno, è sceso sotto quota 103 a marzo, segnalando un netto indebolimento del biglietto verde legato alle crescenti preoccupazioni per la sostenibilità della politica fiscale e commerciale statunitense.

La presidenza USA ha infatti confermato la scorsa settimana l’introduzione, a partire dal 2 aprile, di dazi del 25% sulle auto di produzione estera, con la possibilità di estendere le tariffe nel caso di reazioni coordinate da parte di Canada e Unione Europea. La Francia, nel frattempo, spinge per l’attivazione dello strumento ACI, che prevede contromisure commerciali europee su vasta scala. Tutto ciò ha creato un clima di tensione sui mercati valutari, con l’EUR/USD che ha tentato la rottura di 1,09 prima di ritracciare, il cable in ascesa verso 1,30 e il USD/JPY in correzione dopo aver sfiorato i massimi annuali.

A complicare ulteriormente il quadro, si aggiunge la questione geopolitica. La guerra in Ucraina resta irrisolta, anche se nella settimana è circolata la notizia di un possibile cessate il fuoco nel Mar Nero. Putin ha rilanciato l’idea di una “soluzione amministrativa temporanea” per l’Ucraina, subito respinta da Kiev, che ha ribadito l’importanza del supporto occidentale per mantenere la pressione diplomatica e militare sulla Russia.

Sul fronte delle altre asset class, continua la corsa dei beni rifugio: oro e argento hanno raggiunto i massimi storici, con rispettive performance trimestrali del +17% e +19%. In parallelo, l’appetito per asset rischiosi si è ridotto: il settore tecnologico USA ha chiuso il trimestre con una correzione a doppia cifra dai massimi, mentre i rendimenti dei Treasury sono scesi, segnalando un ritorno alla prudenza da parte degli investitori.

Nel complesso, l’inizio del secondo trimestre avviene in un clima di incertezza: politica monetaria, tensioni commerciali e rischio geopolitico restano i principali driver da monitorare.

STATI UNITI

  • Dal 2 aprile in vigore dazi del 25% sulle auto importate; possibili dazi aggiuntivi se UE e Canada rispondono con contromisure.

  • PIL USA Q4 2024 rivisto al rialzo a +2,4% (da +2,3%); in calo rispetto al +3,1% del Q3.

  • PMI Servizi in rialzo a 54,3 (da 51); PMI Manifatturiero in calo a 49,8 da 52.7.

  • Fiducia dei consumatori in caduta a 92,9 – minimo da 4 anni – complice l’incertezza su inflazione e politica commerciale.

  • Bilancia commerciale in deficit per 147,9 mld $ in calo del 4,9%

  • Aumento dei prezzi di acquisto nel manifatturiero per effetto diretto dei dazi; margini sotto pressione.

  • Richieste di sussidi in linea con le attese a 224k unitá.

EUROPA

  • La Commissione Europea valuta attivazione dello strumento ACI (Anti-Coercion Instrument) per rispondere ai dazi USA.

  • Germania approva maxi fondo pubblico da 500 miliardi €; investimenti totali UE in difesa e infrastrutture previsti oltre 1 trilione.

  • L’indice IFO tedesco risale a 86,7 (da 85,3); segnali di ottimismo in tutti i settori.

  • PMI manifatturiero Eurozona sale a 48.7 – massimo da 26 mesi – con Germania a 48.3 massimo da 31 mesi.

  • PMI servizi composito Eurozona a 50,4, segnali di crescita.

  • Francia in miglioramento: PMI manifatturiero 47,0 da 45,8

  • De Guindos (BCE): elevata incertezza commerciale potrebbe ritardare eventuali tagli ai tassi.

ASIA

  • USD/JPY ritraccia dai massimi a 151, dopo settimane di forza del biglietto verde.

  • Lo yuan si apprezza lievemente sul dollaro; outlook legato a dinamica export e stabilità interna.

  • BoJ ancora prudente: attese per segnali più chiari su possibile aumento dei tassi.

  • Cina: inflazione negativa a febbraio, ma produzione industriale e vendite retail sopra le attese.

CONCLUSIONI

In sintesi il primo trimestre si conclude con tensioni geopolitiche, dati macroeconomici e incertezza sulle future decisioni delle banche centrali. In questo contesto, il dollaro ha mostrato un comportamento a due facce: da una parte ha subito le pressioni dovute all’incertezza delle politiche commerciali, dall’altra ha trovato supporto in dati macroeconomici solidi.

L’euro, pur sostenuto da un miglioramento del quadro macroeconomico nell’Eurozona e da ambiziosi piani fiscali e di investimento, resta vulnerabile alla retorica commerciale americana e alle potenziali contromisure da attuare con la BCE, che pur adottando un tono meno restrittivo, rimane prudente davanti a uno scenario ancora incerto. La sterlina si muove con meno volatilitá beneficiando di una minore esposizione alla guerra commerciale e a un’economia più centrata sui servizi.

Nel frattempo, lo yen giapponese, considerato un bene rifugio, continua a comportarsi in modo meno prevedibile, penalizzato dal differenziale di rendimento e dall’attendismo della BoJ. Le valute emergenti, invece, restano sotto osservazione: lo yuan cinese si è indeblito condizionato dalle aspettative sulla crescita interna e dalle tensioni con gli USA.

In questo contesto, il calo dei principali indici azionari USA e la corsa ai beni rifugio come oro e argento segnala la crescente avversione al rischio.

Guardando al secondo trimestre, gli operatori dovranno confrontarsi con incertezze legate all’evoluzione della guerra commerciale, alle decisioni attese delle principali banche centrali e ai conflitti in corso, dalla guerra in Ucraina alle tensioni nel Medio-Oriente.

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